Questa frase mi ha fatto pensare all’approccio più corretto che si può avere verso il nostro lavoro.
MOTIVI E MOTIVAZIONI
I risultati positivi/negativi che otteniamo sono la combinazione di più fattori. La competenza è sicuramente la base per poter operare. In caso contrario credo sia più opportuno definirci scommettitori, anziché investitori.
Sono poi necessarie alcune “doti”, quali una buona intelligenza visiva e il saper fare di conto. Via via che si matura esperienza, si impara poi ad analizzare velocemente il grafico nelle sue informazioni salienti; contemporaneamente, il buon commerciante di strumenti finanziari deve avere in testa i numeri che vuole ottenere, e anche soprattutto quelli che il mercato è in grado di potergli offrire.
Altrimenti, vuol dire che si investe con la strategia del “per me deve”, che ha come sottostante la speranza in sostituzione della logica.
Va da sé che la competenza si crea nel tempo, ed è per questo che la maggior parte degli investitori ha difficoltà a ricavare utili dell’impiego del proprio capitale.
Le persone hanno venduto il tempo, non ce l’hanno più.
Un esempio ce lo fornisce la Gazzetta dello Sport, che per ogni articolo ti dice il tempo necessario per leggerlo (tempo di lettura: 4 minuti e 32 secondi). Ciò conferma uno degli effetti di vivere sempre più connessi al Web: il nostro livello di attenzione/concentrazione è sempre minore, indipendentemente dai contenuti sui cui ci soffermiamo.
Sono i tempi di oggi, ed è inutile rimpiangere epoche che appartengono al passato.
Il problema è che vi sono alcune attività, come la nostra, che richiedono invece un’attitudine più matura e seria, dove approfondire le cose deve essere vista come una qualità e non un peso.
Per chi non possiede questo requisito, si apre la strada per l’ansia che pretende risultati immediati, con la conseguenza che disegnando nella nostra mente un mercato come lo vogliamo noi, il film prende un’altra direzione.
Ricapitolando: competenza, sapienza, e un certo tipo di mentalità.
Manca ancora un ultimo requisito: la costanza e l’abolizione dell’occasionalità. Ne parlavo ieri con un amico a proposito di argomenti lontani dal mondo degli investimenti (si chiacchierava di sport, di diete e di spiritualità, pensa un po’ te che fritto misto). Le cose funzionano quando le conosci bene, ma le pratichi SEMPRE.
Se “ogni tanto” ti dimentichi di farlo, perché uno strappo alla regola che vuoi che sia, il problema é che quello strappo può arrivare a volte nel momento meno opportuno.
Metti un attimo da parte la regola che nel trading la leva va tenuta sotto controllo, picchi giù un botto di contratti proprio nel momento in cui il mercato comincia a far scoppiare bombe di volatilità, e ti bruci in un giorno solo i profitti anche di un anno. Mai capitato?
MORALE DELLA FAVOLA
Per chi come me fa trading + lavoro di analisi, e porta questi numeri all’interno della costruzione di software, è necessario stare sempre sul pezzo per monitorare ogni cambiamento anche minimo del mercato, e aggiornarsi, evolversi, adattare ogni piccola formula mia mentale e dei programmi che uso ad un contesto che tutto può essere meno che stabile.
Non è paranoia e perfezionismo: è necessità.
Ci vuole il terzo occhio: per vedere, e non solo guardare.